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San Mauro Castelverde: libri, pane e natura

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Oggi ho mangiato l'ultimo boccone di pagnotta, ero restia a portarlo via con me, "magari si indurirà, lo sprecherò" pensavo, ma Elisa mi ha detto "prendilo, vedrai che si mantiene perfetto una settimana" e così è stato, mi è sembrato così bello inzupparlo, masticarlo, come se quanto accaduto, in questo giorno qua, che vi racconto, tornasse a me, facesse parte delle mie cellule. 
 
Procediamo con ordine, Dario Macaione ed Elisa, mi invitano per la seconda volta a presentare il mio libro, dopo il saggio Conto i giorni felici ecco il mio romanzo, Bukowski e babbaluci, impacchettato e pronto a venire con me fra le montagne delle Madonie e raggiungere San Mauro Castelverde. La grazia e l'affetto di Dario ed Elisa mi hanno conquistata e l'abbraccio del loro luogo, un uliveto con alberi centenari, ogni volta pacifica il cuore.
Hanno avuto una idea "e se impastassimo il pane durante la presentazione? E io ho detto sì, ok, bellissimo, lo mangeremo con un po' d'olio. Perché complice Mauro Pace, che ve lo dico a fare? La cultivar di queste montagne, denominata la Crastu, si candida a diventare una eccellenza.
Lui è presidente dell'associazione Maurina Olivicoltori della Crastu che comprende qiundici soci produttori e gestisce 60 ettari di uliveti. Il lavoro è in fieri  ei risutati sono all'orizzonte.
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Poi a esaltare gli accostamenti c'erano le acciughe, la ricotta squisita. un formaggio pazzesco, ma questa è un'altra storia: è il territorio che si fa sentire e dice "eccoci, vieni a qui", con i suoi sapori.
 
Sì perché con il tempo Dario ha creato l'Uliveto San Francesco, l'ulivo capovolto, sottosopra perché non si limita a essere un semplice terreno coltivato, ma è dove accadono incontri, dove Dario invita persone, da scolaresche a semplici curiosi, a conoscere la vita e lo sviluppo di questo patrimonio, questi alberi che contano secoli hanno visto il mondo e restano qui da sentinella ai buoni saperi e ai buoni sapori. Un uliveto che va oltre e coltiva la meraviglia dello scambio umano.
Potete conoscerlo anche voi questo paradiso, lo trovato a contrada Ogliastro, alle porte di San Mauro Castelverde. Se vi serve da dormire mi sento di consigliare un b&b a Borrello, con le finestre sulla vallata, dove svegliarsi al cinguettio degli uccelli. 
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Insieme a me, sabato 25 giugno, c'è Sylvie Clavel, artista tessile, parigina, che introduce il mio lavoro e con i presenti chiacchieriamo sotto gli ulivi, fa caldo, ma non importa, tanta acqua da bere, tanto desiderio di confronto e di contatto con la natura. Ci sono tre ragazzi, Giuseppe, Costanza e Louise, che sono belli, attenti e curano il progetto di ospitalità Serra Guarneri, ci guardano con gli occhi del futuro, pieni d'amore e desiderio di operare in maniera ecosostenibile e rispettosa.
Così, dopo i saluti del sindaco, Giuseppe Minutilla, che ci racconta le novita, comprese gli avanzamenti delle infrastrutture (sì, perché servono strade efficaci per arrivarci qui) e ci invita "provate la zipline!" oppure ci indica le Gole del Tiberio dove fare rafting "a due passi da qui", stappiamo persino una bottiglia di bianco dell'Etna e usiamo il mio romanzo per fare quello a cui teniamo davvero: raccontare le nostre vite.
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Quando arriva Angela Citati e comincia a impastare il pane, come si faceva una volta, con energia e sapienza,  ci dice di esserci svegliata alle 4 di notte per preparare le pagnotte, ripete, più volte, che non vuole prendersi meriti, perché lo ha fatto con l'anima. Non vuole neppure essere fotografata, ma io lo faccio, contravvengo solo perché voglio farvela conoscere, per l'amore e la dedizione dei suoi modi e per la bontà delle cose che crea con le sue mani, che prendono forma e diventano nutrimento sincero. Ha preparato anche del sapone profumatissimo ricco di olio d'oliva, mi ha regalato due pezzi che conservo nella stanza da bagno.
 
 
Ci siamo commossi, a turno, e il pane sapeva di lacrime vere, di compagnia e di sole che scalda le anime.
Siamo stati veri, con le mani un po' unte, a declamare poesie ed episodi di vita vissuta a ricordare chi ci manca, chi se n'è andato, ma resta nei nostri ricordi, e chi ritornerà.
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Ognuno ha raccontato un pezzetto di sè, le signore che hanno preparato a tavola. usato le loro bellisime tovaglie ricamate, tagliato il pane, preparato dei dolci deliziosi il Fiorello (che da solo vale gà una visita a San Mauro Casteverde, fidatevi, crema di latte e scorza di arance, fra due cialde odorose), il professore Franco Ferrara che ha scattato foto, lo scrittore Paolo Polizzotto, la dottoressa Maria Concetta Cassata e altri, magari non ricordo i nomi, ma il loro lavoro no, non lo dimentico. Il modo veloce in cui hanno affettato il pane, distribuiti i piatti da mangiare insieme a noi, mentre i grilli cantavano incessantemente, ci ha fatto bene, alla pancia e al cuore. Sono tornata carica di doni, compreso un piccolo portamonete ricamato da Elisa e una targa, mi sono sentita ricca e fortunata.
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Ha ragione Dario, lui qui con gli ulivi e le relazioni coltiva il sogno di scrivere un libro che racconti la scoperta di questo contatti, fra l'uomo, gli alberi, il vento, il cielo, mi ha detto se sono disposta a dargli una mano, ho detto di sì e quando gli dico che ho mangiato l'ultimo boccone del pane di Angela mi risponde "quel pane è poesia", come gli ulivi, il paessaggio e le voci che risuonano per la campagna. 
Come l'arte di stare insieme e celebrare il cibo buono, la letteratura e la forza del racconto corale.
 

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